Per crescere servono visione e piani di medio-lungo termine

Per crescere servono visione e piani di medio-lungo termine. L’incertezza economica ancora troppo diffusa, il mondo finanziario e la politica poco efficaci nel risolvere i problemi dell’economia reale, probabilmente anche la cultura italiana poco orientata alla crescita e all’internazionalizzazione, hanno come effetto un Paese poco orientato nella direzione del futuro e dell’innovazione.

I piani per lo sviluppo e la crescita, soprattutto nelle piccole imprese, si contraggono negli orizzonti, diventano a 6 mesi, e di conseguenza più che una strategia di crescita si adotta una strategia di sopravvivenza, dove si cerca di catturare l’opportunità del momento che magari non è quella giusta, magari deposiziona l’azienda, magari ci fa scegliere i partner o clienti peggiori, ma ci permette di pagare gli stipendi e gli affitti almeno per i prossimi sei mesi e poi si vedrà.

Non è certo mia intenzione giudicare questo approccio, ho più volte detto che considero gli imprenditori (tutti), soprattutto quelli delle piccole imprese, veri eroi, i nuovi protagonisti del rinascimento dell’Italia e dell’Europa.

Il problema è che con questo approccio non si cresce, si tira a campare.

Di recente sono stato in Cina a Dalian, un Paese con 1,6 Billion cittadini, in cui anche se ancora lontano da quello che un occidentale definirebbe un Paese civile, mi ha molto sorpreso l’entusiasmo e la visione della gente, tanti giovani e bambini sorridenti, prospettive per il futuro, i piani del governo (ho ascoltato un’intervista del primo ministro) sono per i prossimi 10-20 anni … si parla di creazione di nuove città per dare servizi dove oggi ci sono centri rurali, industrializzazione e ammodernamento del paese, servizi pubblici ai cittadini e opportunità di lavoro e benessere.

Se non c’è fiducia e una visione per il futuro l’uomo non è capace di investire,  rischiare capitali, investire se stesso in una nuova avventura, quello che accade è che si cerca di “tenere botta”, di superare il momento difficile, risparmiare denaro in quanto nessuno sa quanto  tempo tutto questo potrà durare.

Quindi il sistema politico e finanziario sono poco efficaci, e tra l’altro sia la politica che la finanza sono quelli che hanno i problemi più seri in ambito debiti, produttività e efficenza, quindi come possono loro risolvere i problemi quando i problemi più grossi li hanno loro stessi?

La situazione è sicuramente difficile e complessa, ma io a un certo punto della mia vita ho voluto investire nella parte sana della nostra società, ovvero negli imprenditori e nelle Piccole e medie imprese, creando una start-up e in qualche modo rischiando.

Oggi non siamo ricchi e aziende leader di mercato (ma lo diventeremo!), ma quello che vedo nel nostro piccolo è che io stesso, i miei pochi collaboratori siamo usciti almeno con la testa dalla crisi, quindi vediamo il futuro in modo differente, siamo noi che costruiamo il nostro futuro con la nostra capacità, creatività e talento, una sorta di processo che influenza e contamina chi si relaziona con noi , come una magia che fa ammalare il prossimo di ottimismo e voglia di cambiare le cose.

Noi nel nostro piccolo viviamo da protagonisti, siamo piccoli ma pensiamo in grande, non raccontiamo quello che andrebbe fatto, ma agiamo, noi siamo le nuove start-up che stanno costruendo la nuova italia, non tutti riusciremo forse a farcela e crescere, ma tutti stiamo contribuendo a costruire una italia migliore, noi abbiamo quello che a molti manca, l’ottimismo e la visione di lungo periodo.

Lasciati contaminare e vivi da protagonista il tuo tempo, questo è l’augurio che mi sento di dare a tutti, anche ai poveri politici e persone della finanza che sono più in difficoltà oggi.

 

Alessandro Greco

 

 

Hybrid Cloud è amico dei CIO

Le ultime settimane ho avuto modo di sentire diversi CIO o riporti della piccola e media impresa (aziende che vanno dai 100-500 dipendenti), e sono rimasto davvero colpito da alcuni aspetti, che vorrei condividere.

Molti CIO hanno paura del CLOUD, qualcuno mi ha detto in modo esplicito non utilizzeremo mai il CLOUD.  La motivazione di questo approccio è sicuramente dovuto ad un timore di qualcosa di nuovo che sta arrivando, e che fa paura.

Proviamo a fare il punto delle paure che ho percepito:

1. Il cloud viene percepito come qualcosa che elimina la necessità di un IT manager o quantomeno si associa al termine “CLOUD” il taglio di posti di lavoro nell’IT.

2. Si vede nel CLOUD qualcosa che fa perdere il controllo, di poco sicuro, poco affidabile, associato al concetto di “public cloud” che qualcuno mi eroga e chissà come gestisce.

Questi timori sono dovuti alla confusione che soprattutto il marketing sta facendo sul tema CLOUD, ma questo va bene, in quanto più confusione ci sarà e tanto più bisogno di qualcuno che risolva la confusione ci sarà, e quindi sempre più ci sarà bisogno di figure come il CLOUD SERVICE BROKER.

Proviamo a rispondere a questi due dubbi.

1. Il cloud non è qualcosa che elimina l’IT, è sicuramente qualcosa di nuovo e il nuovo va gestito, le persone che oggi si illudono di ignorare e combattere il Cloud perderanno il posto di lavoro non a causa del Cloud, ma perchè con il tempo diventeranno obsoleti e quindi non aggiornati ed adeguati ai bisogni degli ambienti IT di nuova generazione, che saranno basati su architetture Cloud. Il Cloud non è una tecnologia, è una nuova architettura e al tempo stesso una strategia.

E’ una nuova architettura in quanto pone le basi sulla virtualizzazione delle risorse IT (computing, storage, networking, data base, ..), in questo modo le risorse disponibili diventano logiche e non fisiche e si possono utilizzare sulla base delle necessità che variano con il tempo. Quindi con le stesse macchine fisiche posso realizzare macchine virtuali (logiche) con caratteristiche in termini di computing, storage, data base … adeguate alle mie esigenze che possono cambiare con il tempo. Questo garantisce un migliore utilizzo delle risorse IT disponibili e più adeguate alle esigenze di business. Queste caratteristiche ed altre del Cloud Computing come architettura non eliminano la necessità di un IT , anzi la rafforzano, ma serve essere preparati.

2. Il Cloud Computing inoltre è una strategia. Compreso che le infrastrutture, piattaforme e applicazioni possono essere rese logiche (virtuali) e quindi disponibili a consumo su qualunque dispositivo o terminale, nasce un altro concetto importante che molti CIO dovrebbero a mio avviso comprendere, ovvero che il CLOUD nella sua declinazione ibrida (Hybrid Cloud) , consente di creare un modello molto flessibile definito cloud ibrido.

hybrid cloud

Questa figura presa dall’azienda leader al mondo in ambito Virtualizzazione,  evidenzia la flessibilità che un ambiente virtuale può garantire.

L’azienda deve in prima analisi definire i propri Asset strategici e le relative risorse necessarie per garantire continuità di business, ciò che è vitale e prioritario per il business.

Definite le priorità e realizzata una sorta di tabella a matrice , andrebbero quantificate le risorse “logiche” necessarie a garantire continuità di business nel periodo medio in un anno. In questo modo si dovrebbe realizzare quello che è il cloud privato dell’azienda che garantisce le risorse IT e le applicazioni fondamentali per il business e costi noti in termini di risorse fisse e dedicate (Capex).

Definito questo insieme restano fuori tutte le risorse IT e le applicazioni non strategiche per la continuità del business, ma necessarie per l’operatività dell’azienda, e le risorse IT strategiche ma variabili nel tempo (es. nel corso dell’anno potrei avere periodi dell’anno in cui ho più ordini, faccio più fiere, aumento la produzione, ..).

Per gestire in modo ottimale queste componenti:

– risorse IT variabili nel tempo ma strategiche ed essenziali al  business

– risorse IT non strategic he/essenziali ma necessarie (commodity)

L’approccio migliore è di investire in modo proporzionali (variabile) ai bisogni che avrò nel corso dell’anno, e quindi meglio pensare ad un cloud pubblico.

In tal senso il Cloud è una strategia a supporto del business!

Premesso questo non è pensabile che cloud privato e pubblico siano gestiti come dei silos, e quindi è necessario pensare ad un approccio integrato e flessibile in cui le risorse IT e anche le competenze vengano integrate , per questo esistono aziende che hanno le competenze e che fungono da Cloud Integrator e che consentono di realizzare Cloud Ibridi (Hybrid Cloud).

Quindi il Cloud Ibrido è una estensione integrata del proprio ambiente Cloud privato, ed è compito dell’IT definire cosa resta sul privato e cosa va sul pubblico, definire chi gestisce il privato e chi gestisce il pubblico, quali le politiche di sicurezza, backup, disaster recovery , SLA e quant’altro.

Nel processo di evoluzione verso queste nuove architetture basate sul Cloud entrano in gioco nuovi attori, appunto i cloud service broker che lavorano  stretta sinergia con i responsabili IT e decision maker delle aziende, come figure professionali abilitanti e che aiutano l’azienda a prendere le decisioni più adeguate alle proprie esigenze, essendo i cloud broker indipendenti e agnostici rispetto alla tecnologia e il mondo dell’offerta.

Una volta che si è realizzato un ambiente Cloud Ibrido l’azienda avrà un ambiente più sicuro, affidabile, flessibile, veloce, e adeguato alle esigenze di business del nuovo mondo globale.

Spero davvero che questo articolo sia letto, compreso e digerito da chi oggi vede nel cloud un nemico, così non è … ricordatevi che all’arrivo dei personal computer c’era chi non voleva mollare la propria macchina da scrivere … nessuno può fermare il cambiamento e chi non lo gestisce rischia di diventare vecchio ed obsoleto.

Oggi chi è vecchio ed obsoleto rischia di perdere il proprio posto di lavoro, quindi paradossalmente il Cloud per l’IT sarà il nuovo posto di lavoro dove ci saranno assunzioni ed investimenti, quindi abbracciatelo, cercate di comprenderlo e non abbiate timore del cambiamento anzi divertitevi nel governarlo e traete vantaggio da esso!

Un saluto

Alessandro Greco

founder @ easycloud.it